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Billy Bob Thornton, cattivo si ma mai contro Tom Cruise
È il protagonista dell'ultima serie di Taylor Sheridan, Landman
(di Lucia Magi) Il Texas polveroso, arroventato dal sole e infestato da insetti e avidi petrolieri: è l'ambientazione di 'Landman', ultima serie concepita dal genio di Taylor Sheridan, ora disponibile su Paramount+. Per questo nuovo dramma nello sterminato e spietato Far West americano, il creatore di Sicario, Yellowstone e dei suoi spin-off, 1883 e 1923, ha scelto di adattare le storie che Christian Wallace ha raccolto in Boomtown, un podcast di grande successo sul mondo dei giacimenti petroliferi. "Ho imparato moltissimo su come funziona quel campo", dice Billy Bob Thornton, che dopo i ruoli che gli sono valsi due Golden Globes nella prima stagione di Fargo e in Goliath, torna a incarnare uno dei suoi personaggi dal carisma oscuro. In questo caso, è Tommy Norris, l'eroe malconcio, cinico e con pochi scrupoli che dà il titolo alla serie e ne è il protagonista assoluto: quasi sempre in camera, fin dalla prima sequenza in cui recita, però, incappucciato: "Per certi versi è stato più semplice perché non avevo distrazioni, ma alla lunga dà claustrofobia. Poi con quel caldo…", considera l'attore . Il Landman è l'uomo che sta sul campo a risolvere problemi, dalle relazioni con i signori della droga (siamo pur sempre sul confine tra Stati Uniti e Messico) a quelle tra gli operai che mandano avanti le estrazioni. "La sua vita personale è ridotta a un disastro - spiega Thornton, nato 69 anni fa in una famiglia poverissima dell'Arkansas - Il suo lavoro è assicurarsi che tutto funzioni per mantenere prospero l'impero del presidente della compagnia petrolifera". Lui, Norris, sempre sudato e sporco, a bruciare sotto il sole e attorno ai pozzi; in giacca e cravatta ai piani alti dei grattacieli di città il suo capo, interpretato da Jon Hamm (sua moglie e consigliera è Demi Moore). A un veterano dei ruoli "cattivi" come Thornton, questo sembra cucito addosso: "Taylor mi ha chiamato per un cameo in 1883: 'devi venire un giorno solo e far fuori un po' di persone'. 'Ok, lo so fare', ho pensato. Posso uccidere nei film indipendenti, mi piacciono i personaggi complessi, induriti da un passato pesante. Ma non farei mai quella parte in un mainstream: non sarò mai quello che cerca di uccidere Tom Cruise", scherza l'attore. Dopo quella prima collaborazione, Sheridan giura di aver scritto Landman pensando a lui. "In effetti, mi ci sono trovato a mio agio". E questo, nonostante le condizioni di caldo estremo durante le riprese ("Certi giorni pensavo di svenire, ho rimpianto il gelo di Fargo"), i dialoghi serrati tipici di Sheridan e i monologhi "lunghi tre pagine" da memorizzare ("Per fortuna Wallace era sul set tutti i giorni e mi spiegava riga per riga quel che dovevo dire, altrimenti non sarei sembrato credibile"). L'attore, sceneggiatore da Oscar nel 1997 per 'Lama tagliente', musicista e spirito ribelle di Hollywood riflette anche su cosa ha imparato: "È un'attività interessante, quella del petrolio. È come il gioco d'azzardo. Chi sta in cima alla piramide è miliardario, ma può perdere soldi molto velocemente. Alla base ci sono migliaia di operai, per lo più ex galeotti o persone per cui l'unico modo di mandare i soldi a casa è rischiare la pelle". L'universo dolente ritratto da Landman fa pensare "alla pressione immensa che questi miliardari esercitano sull'economia globale. Hanno un potere sterminato", conclude scuotendo la testa.
J.Oliveira--AMWN